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Opera grafica di Francesco Martera
sciopero ..........................forum
Nel settembre del 1904 i lavoratori italiani, guidati dai socialisti rivoluzionari, sperimentano per la prima volta il sistema di lotta sociale propugnato in Francia da Georges Eugène Sorel: lo sciopero generale. In solidarità per l'uccisione di 4 minatori sardi durante una rivolta operaia, scoppiata per reclamare migliori condizio-ni lavorative e salari più alti, avvenuta il 4 settembre 1904, nelle miniere di Buggerru (provincia di Carbonia-Iglesias, nella regione del Sulcis-Iglesiente sulla costa occidentale della Sardegna), da parte delle truppe inviate da Giolitti, per quattro giorni consecutivi ogni atti-vità del paese rimane paralizzata: i giornali non escono, le fabbriche si fermano, i servizi pubbli-ci non funzionano e a Venezia perfino i gondo-lieri incrociano le braccia. Giovanni Giolitti, capo del governo sin dal novembre 1903, igno-rando le esortazioni dei conservatori ad usare la maniera forte, si astiene da l'intervenire, lascian-do che siano le forze sociali in lotta (i padroni da una parte ed i lavoratori dall'altra) a risolvere i loro contrasti, secondo una linea di equilibrio che sarà determinata dai rapporti di forza esi-stenti fra le due parti. In tal modo egli attira su di sé le accuse di debolezza e, peggio, di vigliaccheria da parte dei proprietari (di quelli terrieri non meno che degli industriali), ma ottiene di riflesso un risultato di estrema impor-tanza. Enrico Ferri, Enrico Leone e soprat-tutto Arturo Labriola e gli altri rivoluzionari sostenitori dello sciopero avevano fatto conto sulla reazione del potere costituito
come pretesto per scatenare la violenza di piazza. Ora, di fronte all'atteggiamento neutrale della forza pubblica, sono sconcertati, incapaci di ricavare, in termini politici, un qualche vantaggio da un'iniziativa che pure ha avuto un grosso successo di partecipazione. L'arma dello sciopero generale, tanto paventata dalla borghesia e, in fondo, sgradita agli stessi socialisti moderati come Filippo Turati, si dimostra per quel che è: un'arma spuntata e sostanzialmente innocua, quando lo Stato sa stare al gioco. Non solo, ma tutto questo, mentre crea difficoltà per gli estremisti, dà vigore all'ala riformista del partito socialista. Grazie all'equilibrio e all'intelligenza politica di uomini come Giolitti, si viene dunque radicando anche in Italia un sistema di più eque contrat-tazioni nelle controversie di lavoro, e l'epidemia di scioperi che si verificano in questo periodo è non solo indizio di maggiore libertà, ma chiaro sintomo del generale miglioramento nelle condizioni economiche del paese. I salari aumentano nelle campagne, il vitto è più ab-bondante, migliorano le condizioni igienico-sa-nitarie e quasi ovunque diminuisce sensibil-mente l'indice di mortalità. Ma le cause vere della nuova prosperità sono altre: tra le tante, si possono citare la fine della guerra doganale con la Francia, l'espansione del movimento cooperativistico, l'emigrazione vera valvola di scarico della sovrappopolazione e delle tensioni sociali che ne scaturiscono, l'accresciuta utilizzazione della energia elettrica.
Il 27 settembre 2007 si è svolto il primo sciopero virtuale al mondo, organizzato da una task force internazionale coordinata da UNI Global Union e dalla Rappresentanza Sindacale Unitaria IBM di Vimercate. Lo sciopero ha avuto un enorme ed inaspettato effetto mediatico in tutto il mondo ed ha visto la partecipazione di circa 2000 persone da 30 diversi paesi che hanno presidiato le isole IBM su Second Life per 12 ore. Dopo 20 giorni dallo sciopero virtuale IBM l'Amministratore Delegato di IBM Italia si è dimesso e il Coordinamento Nazionale RSU IBM Italia ha sottoscritto un importante accordo sindacale che restituiva ai 5000 lavoratori italiani il premio di risultato che era stato unilateralmente cancellato da parte della direzione aziendale. Fonte Repubblica http://www.repubblica.it/2007/04/sezioni/scienza_e_tecnologia/second-life-news/scoperi-sl/scoperi-sl.html I risultati di questa innovativa forma di protesta hanno dato avvio al progetto denominato Sindacato 2.0, un movimento internazionale e trasversale che propone un rinnovamento democratico dal basso del sindacato attraverso un utilizzo partecipato delle nuove tecnologie di comunicazione Web 2.0/3D per fini sindacali...............................................FONTE http://it.wikipedia.org/wiki/Sciopero
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IL 26 FEBBRAIO, A MONTECITORIO, PRESENTAZIONE DELLA RELAZIONE SULL’ATTIVITÀ DELLA COMMISSIONE DI GARANZIA SUL DIRITTO DI SCIOPERO.
Il 26 febbraio 2009 alle ore 10.00, presso la Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio, alla presenza del Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, il Presidente Antonio Martone presenterà la Relazione ai Presidenti delle Camere sull’attività della Commissione di garanzia.
http://www.commissionegaranziasciopero.it/.............................................Roma 25.02.2009


NOTIZIA
Marzo 2009 09:32 Nome: Mariuccio Bianchi
Diritto di sciopero e diritto di viaggiare.

Savino Pezzotta, il predecessore di Bonanni alla guida della CISL ha testualmente affermato:
“Si può anche pensare ad un discorso di regolarizzazione dello sciopero nel settore dei trasporti, ma mai e poi mai una legge può precedere l’accordo sindacale”.
E’ proprio questo il punto: non tanto una questione di merito, poiché non si possono accettare, in un comparto delicato e nevralgico per l’intero Paese, scioperi improvvisi e selvaggi proclamati da sigle sindacali, con poco o nessun seguito. Molti però ricordano ciò che avvenne nel 1990, quando, negli ultimi anni della cosiddetta prima repubblica, solo dopo che CGIL CISL UIL ebbero definito un codice di autoregolamentazione degli scioperi, relativo ai servizi pubblici essenziali, il Parlamento recepì tale codice nella legge 146. Codice e legge da allora hanno svolto la loro funzione positiva e non si vedrebbe il motivo per cui non si è voluto ora percorrere la stessa strada.
Non siamo ingenui e, senza fare troppo dietrologia, sappiamo che nell’esecutivo covano velleità di rivalsa nei confronti del movimento sindacale e di volontà di limitare seccamente i diritti dei lavoratori (da ciò che è trapelato Sacconi avrebbe voluto presentare un disegno di legge delega ben più estensivo e penalizzante per tutti i lavoratori del settore pubblico); sappiamo anche che le attuali lacerazioni tra CISL e UIL da una parte, CGIL dall’altra non aiutano in questo come in tanti altri problemi a trovare un percorso unitario.
Eppure, senza esagerare in allarmismi, ma anche senza essere scioccamente ottimisti, la strada non può essere che quella indicata da Pezzotta: il governo faccia un passo indietro e lasci alle parti sociali di studiare a fondo il problema, nonché di formulare in tempi brevi una proposta da discutere con l’esecutivo stesso. E’ ormai tardi per questo, dopo cioè che il consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge delega? No, se tutte le parti decidessero di imboccare quella che a Pezzotta, come al sottoscritto, pare la via migliore; altrimenti ancora una volta, negli ultimi tempi, il sindacato dovrà inseguire proposte piovute dall’alto o comunque non elaborate adeguatamente al proprio interno, cercando al più di rabberciarle alla meno peggio.
Un’ultima osservazione: sono state a lungo nella storia, quindi nel DNA, del sindacalismo confederale italiano la volontà e la capacità di difendere gli interessi di tutti i cittadini, facendo in modo cioè che il legittimo diritto di sciopero di una categoria non andasse a cozzare con il diritto al lavoro di altri. Dobbiamo continuare su questa strada, che ha caratterizzato da sempre la peculiarità del sindacalismo confederale rispetto a quello corporativo e per questo stiamo attenti a lasciare eccessivi poteri di delega alla politica su materie delicate ed in primo luogo di nostra, anche se non esclusiva, pertinenza.

Mariuccio Bianchi, Malnate
 
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